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Un volume monografico sull'opera dell'architetto Augusto Romano (Torino, 1918-2001) - una delle figure più interessanti della generazione torinese attiva nel secondo dopoguerra - che incrocia, nella lettura delle sue opere, concorsi e pensieri, i grandi temi che segnano il dibattito architettonico del Novecento. I movimenti nazionali e internazionali del dopoguerra, l'urbanistica e i concorsi per la Città di Torino (dalla zona archeologica, a Italia '61, al Centro Direzionale), il design e l'architettura d'interni, il Piano dell'INA-Casa, il costruire in montagna diventano la trama del suo percorso professionale. La sua attività di progettista - "dal cucchiaio alla città" - spazia dal disegno di mobili e arredamenti (sempre pubblicati sui repertori internazionali), all'architettura, alla progettazione urbanistica, come declinazioni di un'unica, completa attenzione ai differenti aspetti dell'abitare, alla vivibilità degli spazi, agli stili di vita e al rapporto con l'ambiente. Le sue numerose realizzazioni nell'ambito dell'edilizia sovvenzionata, tutte assai curate costruttivamente, hanno conferito all'edilizia popolare italiana un tono europeo. Al racconto monografico si affiancano un atlante fotografico, un atlante sui disegni e un regesto analitico delle opere. Arricchiscono il volume i contributi di Aimaro Isola, Giorgio Raineri, Andrea Truppin, Chiara e Claudia Romano.